martedì 9 settembre 2008

La caccia

estate 2004

senti un po', ci ho pensato tanto al perché, al percome, ma ho una voce più forte di tutte che mi impone un sentiero in mezzo alla foresta, il sentiero è umido e selvaggio, gli odori penetranti e io sono una pantera alla famelica ricerca, scatto e penetro la foresta possedendola, le unghie si aggrappano alla terra e lasciano il segno nei rami, mangio funghi e mi abbevero leccando pozzanghere, smaniosa frenetica desiderosa bramosa avida affamata assetata non so cosa cerco, il fango bagnato fra le dita, graffi sul manto esaltano la mia vitalità, lecco il mio calore rosso sangue, dov'è l'ultimo ostacolo, il più grosso, il più potente, che si impadronisca della mia caccia, che mi permetta il balzo più alto, che ponga fine a questa cupidigia e resista all'impeto del mio sfogo e mi faccia cadere sulle foglie, ai piedi del tronco imponente di un albero, esausta con i muscoli tremanti e l'eco del mio ruggito tutto intorno


se ti incontro di nuovo sul mio letto non lascerò un millimetro della tua pelle vergine, non avrò rispetto delle tue vergogne, infilerò il mio corpo dentro al tuo e mi partorirai con il tuo sudore, la mia saliva abiterà la tua bocca e le mie dita frugheranno impertinenti dappertutto per prendere quello che vogliono e inciderti addosso il mio nome, ti drogherò con i miei odori e mi cercherai smanioso desideroso bramoso avido dovunque, leccherai il tuo seme e mangerai la terra sperando di trovarmi per nutrire questa fame che ti lascio in eredità.

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