lunedì 8 settembre 2008

Chiara guarda le onde...

autunno 2004

Chiara guarda le onde, sono onde verdi di grano giovane. Un misto di sentimenti contrapposti la pervade, da una parte la vitalità della primavera, le spighe che tendono alla maturazione, la flessuosità di ogni stelo che piegato dal vento le riporta alla memoria l’instabilità della giovinezza, la voglia di lasciarsi andare, l’emozione di danzare guidati da un trasporto emotivo. Seduta nel prato davanti a quel mare verde, ha le gambe incrociate con la faccia vicina alle ginocchia, si coccola da sola e stringe nelle mani le dita fragili dei piedi, in un gesto tenero e che lascia trasparire bisogno di protezione, una mano materna che le accarezza la testa potrebbe completare il quadro. L’orlo dei jeans logorati le incornicia il collo dei piedi, la testa inclinata la fa apparire piccola. Adesso la tristezza la pervade, il mare verde non la bagna più di pensieri positivi, la progettualità se n’è andata e ha lasciato spazio alla disillusione. “Anche questo mare si seccherà e verrà tagliato” l’inverno porterà in vista la terra secca e rotta dal gelo. Ci aveva creduto, come faceva sempre. Tutte le volte, per quanto la situazione non lo permettesse, lei ci aveva creduto. “Aspettative” si ripete dentro di se “ma cos’è che segna il limite fra l’errata aspettativa e il giusto desiderio?” difficile da definirsi. Adesso tutto appare privo di poesia, privo di amore. Tutto sembra un mero sfruttamento e una spiccata indole all’opportunismo. Chiara è veramente morta. Ma rinasce, come quel grano...


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